Reborn è nato da
una serie di sogni lucidi, o apparizioni se preferite, di cui sono stata (e
sono tuttora protagonista).
Circa un anno e mezzo fa ho cominciato a sognare/vedere una
bambina che non ho mai conosciuto in questa vita. Da questi incontri ho
ricavato alcune informazioni sul suo conto e la sensazione che, oltre alla mia
compagnia e al mio affetto, desiderasse che facessi qualcosa per lei.
Mi sono interrogata a lungo in proposito. Cosa mai avrei
potuto fare per rendermi utile o farla felice? Perché proprio io?
Un giorno mi sono ritrovata seduta, come di consueto, al mio
pc, davanti al file del romanzo a cui avevo cominciato a lavorare da poco, e
d’improvviso ho compreso.
Scrivere, bene o male, è una delle poche cose che so fare,
di certo l’attività a cui mi dedico con maggior passione. Se la bambina aveva
scelto me non poteva che essere per questo. Probabilmente desiderava affidarmi
la sua storia perché la scrivessi e la condividessi.
Non so se ho interpretato correttamente il suo volere oppure
ho solo dato un senso al mio bisogno di scrivere in un momento di grande
incertezza sul mio percorso letterario. Forse non lo saprò mai. Fatto sta che
ho accantonato il progetto in corso, mi sono posta in ascolto e ho cominciato a
scrivere Reborn.
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